Acuto

Ho letto il suo libro Acuto mentre ero in vacanza. È veramente un bellissimo libro. È banale dirle che mi sono affezionata ad Elisa. Mi ha fatto molto tenerezza il suo personaggio e la sua storia. In fondo noi donne siamo tutte forti basta solo riconoscerlo e convincersene. Ancora complimenti.
V. D. S.


Ho avuto la fortuna di leggere il romanzo di Carla Magnani dal titolo “Acuto“. Si tratta di un’opera molto bella e delicata che racconta una storia d’amore capace di resistere a decenni di distanza, a percorsi di vita differenti e perfino alla morte.
Elisa è una donna realizzata, moglie di un affermato notaio, madre e nonna, si crogiola in una vita di benessere economico e di serenità. La sua esistenza viene però stravolta improvvisamente da una telefonata dall’America: è sua sorella Ester che le intima di volare fino in Florida perché c’è una persona gravemente malata che desidera rivederla prima della dipartita finale. Questa persona è Marco, uomo che Elisa ha amato in gioventù di un amore forte e viscerale ma che ha dovuto abbandonare non trovando il coraggio di avviare un percorso di vita troppo distante da sé e che avrebbe fortemente ferito i suoi genitori e pregiudicato il rapporto con essi. Marco ha infatti vissuto la rivoluzione sessantottina, è stato un contestatore militante, un rivoluzionario che insieme a Ester ha cercato di cavalcare l’onda del cambiamento in quegli anni di fuoco. Elisa non è mai stata propensa invece a occuparsi di politica, a caldeggiare il cambiamento, ad affrontare i rischi di una rivoluzione. Ha preferito una vita tranquilla, accontentandosi dell’amore di un uomo che conosceva da sempre invece che rischiare, avere coraggio e seguire l’amore della sua vita.
Elisa torna così in Florida per fare visita a Marco sfidando perfino la sua grandissima paura di volare. L’incontro tra i due sarà foriero di ricordi, verità e riscoperta di un amore mai assopito. Marco trascorrerà gli ultimi giorni della sua vita in compagnia dell’unica donna che abbia mai amato e la sua esistenza troverà così compimento.
Quello di Carla Magnani è un romanzo intenso e ben articolato che sa intrecciare la dimensione interiore della storia d’amore tra Elisa e Marco, allo scenario sociale degli anni Settanta del quale sa offrire una fedele e dettagliata ricostruzione. Le parole corrono veloci, il ritmo è incalzante e coinvolgente, la storia si lascia leggere con curiosità e interesse. La dimensione intimistica commuove e fa riflettere sul coraggio che ognuno di noi ha davanti alla grandezza della vita e alle scelte più difficile di prendere. E’ una storia sul rimpianto e sul rimorso, sul tempo che passa ma non cancella e sull’amore che se è tale resta al di là di tutto. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato.
Claudio Volpe (scrittore)


Il Tuo Libro e’ davvero bello! Si legge con interesse crescente e belle sono le Tue tantissime citazioni, che non si può non evidenziare con la matita perche’ vanno dritte al centro del cuore…Consiglierei a Tutti la Sua piacevolissima lettura…Sono “solo” momenti del Nostro tempo libero…investiti un gran bene!
Claudia D.


Cara Carla,
ho letto subito il suo libro, in treno – come le avevo detto – e la lettura delle sue pagine mi ha riportata al clima della mia giovinezza: gliene sono stata e gliene sono grata. Ora che siamo di nuovo in contatto mi faccia sapere, la prego, del suo lavoro e delle sue prossime cose, mi farà piacere sapere.
Spero a presto.
Concita De Gregorio (giornalista-scrittrice)


Chi non c’era sa, solo per sentito dire. I più attenti ne percepiscono ancora le conseguenze e, come chi c’era, accusa il passato di aver sbagliato. E così la Storia si ripete…
Il famoso ’68 rappresentò per le nuove generazioni una storica ribellione dalla portata mondiale come non ve ne erano state in precedenza. Fu il momento di riscatto dalle autorità che la società esercitava sulle masse, l’occasione per imprimere la propria voce sulla scena politica e culturale. Si aspirava al miglioramento sociale, alla rivendicazione dei diritti sociali. Così, in nome dei principi di uguaglianza e di un rinnovamento contro un sistema accademico definito obsoleto ed elitario, come accadeva nello specifico in Italia, migliaia di studenti, negli Stati Uniti e in Europa, occuparono fabbriche e Università e marciarono coesi in cortei, contribuendo sempre più ad inasprire il conflitto che si stava ormai creando con docenti e forze dell’ordine. Molte di queste manifestazioni sfociarono infatti in repressioni violente. Ne fu un esempio una delle tante proteste italiane, esplosa presso Piazza Valle Giulia a Roma il 1 marzo del 1968 che Pasolini definì “un frammento di lotta di classe”.La ribellione che i giovani universitari avevano tanto auspicatosi rivelava una rivolta di borghesi. Cosa restò, allora, di tanta protesta, rabbia verso il sistema, voglia di imporre la propria voce? L’illusione lascio spazio a una amara delusione e i più idealisti abbandonarono i movimenti, finendo col tradire, insieme ai propri ideali, anche se stessi.

“Non è concepibile immaginare di governare democraticamente una nazione mettendo in campo solo forze nuove. Era, sarebbe stato nostro sacrosanto dovere sbarazzarci del marcio che ci circondava, ma anche riconoscere e salvare quel che di buono esisteva in precedenza. Ecco dove abbiamo fallito. Con le nostre incazzature esasperate siamo andati ciecamente contro tutto e tutti e così abbiamo offerto il fianco a uno Stato che sfruttava un periodo di estrema incertezza per alimentare la tensione”.

Evocato dalla forza dei ricordi di Elisa, ormai nonna alle prese con una vita ordinaria e rassicurante, da lei sempre auspicata, questo prorompente pezzo di storia del nostro Paese torna a rivivere nelle pagine di Acuto, il primo romanzo che Carla Magnani ha pubblicato nel 2015 con la casa editrice Gilgamesh. L’autrice ricorre alla tecnica del flashback per i suoi numerosi salti temporali, che hanno come nodo principale il periodo della contestazione giovanile, fra il 1968 e il 1972, nelle Università toscane, in particolare in quella di Pisa.
Domizia Moramarco (blogger)


Una storia lineare, malinconica e veritiera su quel periodo, quasi un documento. Grazie.
Renzo Paris (scrittore – critico letterario)


Letto. L’essenziale c’è tutto, il resto non serve. Con la lettura ho capito meglio il concetto di quel che serve nella narrazione, il resto è solo volume. Scrittura giornalistica, svelta, sintesi senza sbavatura, racconto sentito, comunque vissuto. Anche quella leggera spalmatura da impermeabile, acqua che scivola via ci sta. C’è leggerezza consapevole, non è pesante e c’è speranza, futuro, andare, andare avanti con tutto il bagaglio passato, presente, e il domani. E’ positivo, critico il giusto, mi ritrovo. Subito non ho compreso quel lasciare di Marco, sono quasi sempre per restare, combattere da dentro. Marco poi di fatto, ha combattuto anche dopo un’altra battaglia; l’Africa e la sua coerenza umana personale, non è venuta meno si è evoluta in altro, è cresciuto, si è dato tempo e tempi, non è poco. Per tutto c’è un inizio e una fine, bisogna coglierla e farne i conti, confrontarsi e lasciare/si andare, darsi altra/e possibilità. Elisa non era antipatica, nemmeno all’inizio, e in fondo, nemmeno lei ha vissuto stagnante, non avrebbe preso quell’aereo, era capace di acuti, i suoi e alla fine si è riscoperta e si è data valore, riconoscendosi, riconoscendo suo marito, i figli, quello che aveva avuto, costruito. Ester è stata lei, la più prevedibile, quasi senza scosse. Ho voluto bene a entrambe. Essere non coinvolte non era possibile. ” Attraverso la dolorosa cognizione dell’errore si deve giungere alla verità”. Viene da lontano, da sempre e chissà perché ci risulta essere ogni volta una bacchettata? Una mia amica morta di tumore anni fa, laica di pensiero e di sentire, nella malattia, che ha vissuto con coraggio e vita, anche quando è stato evidente che ce ne sarebbe stata poca per lei, per noi che le volevamo bene, oltre a tutto l’essere che era, è emerso un certo misticismo, che non stonava, nè infastidiva, era Lei, parti sue, parti di Lei. Cosa dirti, aspetto i prossimi.
Daniela M.


Acuto di Carla Magnani, un romanzo da leggere d’un fiato, leggero e fluido. Ti fa vivere il 68′ e ci porta per mano alla vita odierna per scoprire che tutto rimane dentro di noi.
Milena T.


Una notevole proprietà narrativa che scorre via fluida e veloce e accompagna il lettore, quasi che questo neppure se ne accorga, in poche ore alla fine del romanzo. E’ il punto forte di Acuto (pp. 160, Gilgamesh Edizioni), il romanzo di Carla Magnani che riporta l’attenzione, grazie agli occhi della memoria di una donna di mezz’età, Elisa, impegnata in un viaggio inaspettato nel sud degli States per raggiungere la sorella Ester, sugli importanti avvenimenti socio – culturali del ’68, quando gruppi spontanei ed eterogenei di studenti, operai e minoranze etniche occupavano le piazze a sostegno dei diritti sociali, politici ed economici di ogni individuo. Fatti che inevitabilmente si incrociano, nelle pagine della Magnani, con la storia personale delle due ragazze che ne sono direttamente o indirettamente coinvolte.
Degno di nota, fra gli altri elementi che costituiscono la trama prima e l’intreccio poi della vicenda narrata, il riferimento dell’attentato, terribile, a Piazza Fontana.
Una narrazione, quindi, che si snoda fra il presente e il passato di queste due donne così diverse tra loro ma così legate; le loro evoluzioni, i loro cambiamenti e le loro verità statiche, affrontate dall’autrice con estrema naturalezza e semplicità, pur senza banalizzarne i contenuti.
Intenso e accattivante, è una voce nuova ma al contempo “non nuova”, quella che si può ascoltare in Acuto, appunto.
E’ qualcosa che deve farsi sentire perché mai si parla di quegli anni, delle sommosse popolari giovanili, in positivo e in negativo, colme di pregiudizi, risentimento e rabbia, sia da uno schieramento che dall’altro, che hanno segnato la vita di molte persone e che hanno impresso nella memoria collettiva gli ultimi mesi degli anni ’60. Riflettere e ricordare. Credo che sia questo il messaggio racchiuso. Perché purtroppo l’uomo ha la brutta abitudine di dimenticare troppo spesso il passato e ciò che ha fatto o non ha fatto, ed è restio a imparare dai propri sbagli. O se lo fa, esagera.
Un romanzo consigliatissimo.
Cinzia Ceriani (giornalista e blogger)


«Mi chiedevi se la mia vita sia stata felice. Ebbene, non mi azzardo a definirla tale, sarebbe forse troppo impegnativo, piuttosto penso sia più appropriato considerarla borghesemente tranquilla»: la tranquillità come idea separata dalla felicità, addirittura talvolta opposta. La tranquillità è Elisa, la ragazza perbene di buona famiglia borghese, che non si allontana mai dai percorsi prevedibili, la figlia ligia alle regole che rispetta i genitori e segue i loro dettami anche quando questi confliggono coi suoi desideri, la studentessa modello che non può permettersi di perdere le lezioni per una protesta o una manifestazione, la moglie devota al marito che le è stato scelto fin da quand’era bambina, la madre e la nonna premurosa. Sua sorella Ester, invece, è la figlia ribelle che non accetta le regole di un padre padrone, la donna emancipata che vuol scegliere chi, quando e come amare, la compagna combattente che lotta per il cambiamento del mondo, la sorella benevola che cerca di convincere Elisa a liberarsi dalla sua quiete che tanto assomiglia a torpore. Ester è quell’acuto che manca alla vita di Elisa e che questa, in fondo, invidia e desidera.
Ester ed Elisa sono complementari, due lati della stessa medaglia, e le loro vicende si intrecciano lungo tutto il romanzo, assieme a quelle dell’Italia tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta. Acuto è ambientato nel presente, ma ha lo sguardo sul passato, su quella storia italiana che raramente viene raccontata a scuola, quella che ha inizio nel Sessantotto col movimento studentesco e passa attraverso le rivendicazioni della Sinistra operaia, il femminismo, la strage di Piazza Fontana e la strategia della tensione, la morte di Pinelli e gli Anni di Piombo, la conquista dello spazio e lo sbarco sulla Luna, l’omologazione degli anni Settanta e le Brigate Rosse, l’omicidio del commissario Calabresi e la vicenda – che toccherà da vicino le vite delle protagoniste – di Franco Serantini.
Acuto è però anche la storia di un viaggio in America, alla ricerca di un’occasione perduta, di una seconda chance. Di quella felicità appena sfiorata e poi barattata per la propria quiete quotidiana. Tutto ha inizio con una telefonata ed un evento tragico: l’imminente morte di un vecchio amico. E così Elisa viaggerà, fuori e dentro di sé, per cercare una risposta a vecchie domande.
«Il futuro appartiene agli altri, ma il tempo presente e quello trascorso sono e rimarranno tuoi per sempre». Da leggere.
Adriano Bernasconi (scrittore)


Acuto mi è stato gentilmente inviato dall’autrice Carla Magnani, che nutriva il desiderio che io lo leggessi. Quella di Elisa mi è sembrata una storia interessante, fatta di eventi che all’improvviso riescono a cambiare il corso delle cose.


ACUTO (Gilgamesh Edizioni), romanzo di Carla Magnani definito di esordio, mi si è invece rivelato come un libro maturo che riconduce a quella storia, anzi Storia, che vide me e i miei coetanei inconsapevoli piccoli protagonisti: gli anni Settanta. Qui rivivibili nelle vicende delle sorelle Elisa ed Ester: l’una spettatrice, l’altra attivista. Oggetti sparsi: una chitarra, dischi in vinile, foto di personaggi e manifestazioni che accesero gli anni giovanili delle due ragazze; uno slogan: “facciamo la rivoluzione e facciamo l’amore”. E un amore che ritorna…
Loredana Limone (scrittrice)


Il tempo della memoria in “Acuto” di Carla Magnani (Gilgamesh Edizioni)Capita a volte di leggere libri esili come ragnatele, che volano con un colpo di vento. Capita per fortuna, dileggerne altri che hanno una struttura forte e solida, che lasciano traccia nel cuore e nella mente perché il significato va al di là della storia raccontata. Proprio così è “Acuto” di Carla Magnani (Gilgamesh Edizioni), un libro che si fa ricordare, ricco di spunti e di riflessioni.
La storia si dipana tra due tempi lontani, in cui la memoria del passato si intreccia al presente, i sentimenti sono profondi e duraturi, i personaggi sono delineati con pennellate materiche che colgono i caratteri e la personalità di ciascuno nelle tante sfaccettature e diversità, lo stile è sicuro, impeccabile, di chi ha un’ottima padronanza dei suoi mezzi espressivi.
Elisa: una vita che corre su binari prestabiliti, in letargo, senza scosse, senza cambiamenti, organizzata, metodica e perciò sicura, cercata e voluta così. In questo quadro immobile irrompe un elemento di rottura, che distrugge gli equilibri costituiti. Il carattere di Elisa è così, nel bene e nel male: indifferente agli eventi forti della vita, non prende mai posizione e non agisce, rimane spettatrice e piuttosto rinuncia alla passione, quella per la musica, e a Marco, il suo amore.
Le memorie che riaffiorano vivide accompagnano il processo di metamorfosi della protagonista: all’Università di Pisa, nel 1968 fervevano ideali che avevano cambiato il mondo, ma erano sfociati, a metà degli anni Settanta, in un assurdo estremismo che aveva insanguinato le vite di tanti, armi morte e violenza incompatibili con le spinte iniziali: e la “strategia della tensione” avrebbe avuto forza fino a metà degli anni Ottanta. Elisa non si era lasciata coinvolgere dagli avvenimenti, era rimasta a guardare dall’esterno: l’unico suo legame con i movimenti era stato l’amore per Marco, che però non era riuscita a travolgerla, lasciando così in lei un rimpianto doloroso che non le aveva permesso di vivere appieno la sua vita confinandola in una palude tranquilla. I cambiamenti di pensiero, la coscienza nuova delle donne, il divorzio, l’aborto, la libertà sessuale grazie agli anticoncezionali, le riforme nel lavoro e le lotte del proletariato, gli studenti insieme con gli operai…quanti eventi catartici per il vecchio mondo!
Come in una romanza malinconica, in cui improvvisamente la soprano prorompe con un acuto, la voce sale a tonalità altissime, poi ritorna al tempo lento, ai toni bassi: ma dopo la liberazione della voce non riesce più a tornare più sui livelli precedenti, perché la voce è più calda, pura. Elisa non riuscirà mai a salire alto come un’aquila, ma di sicuro non sarà mai più un canarino in gabbia, perché quello che è successo non è solo un cambiamento ma una vera trasformazione, nel profondo di se stessa… .e ora non ha più paura di volare.
“Fino ad allora la sua esistenza si era nutrita di un perfetto immobilismo. E, per Elisa questo coincideva con la perfezione. Ora capiva che, ritrovando per la prima volta se stessa, si sarebbe potuta donare agli altri in maniera diversa. Ormai era pronta ad affrontare la vita in ogni suo aspetto e da essa attendeva quasi con ansia e senza più timore le varie sfaccettature”.
Un libro profondo, “Acuto” di Carla Magnani: oltre la bella storia d’amore, struggente perché ammantata di rimpianti, la ricostruzione storica. Chi ha vissuto il’68 leggerà il libro con i brividi, le giovani generazioni potranno rivivere l’atmosfera e i fatti dettagliati di quegli anni, davvero “formidabili”, dopo i quali il mondo non sarebbe più stato lo stesso.
Tiziana Viganò (scrittrice ed editor)


Ciao, Carla. Ieri sera ho terminato la lettura del tuo stupendo libro. Molto bello sotto molteplici aspetti. L’analisi storica emozionale di un periodo che cambiò profondamente la coscienza degli italiani e che si ricorda anche con un po’ di nostalgia. Nostalgia per le passioni, l’impegno politico e anche per…..l’utopia! Anni vissuti da persone che credevano che fosse veramente possibile un cambiamento, un vero cambiamento! Viene un po’ di tristezza facendo il confronto con questi anni “globalizzati”, dove tutto è omologato e asettico. Anche lo sviluppo delle personalità dei personaggi del libro è meravigliosa, così diversi ma assolutamente complementari. Io quel periodo l’ho vissuto con la spensieratezza di un bambino, che non si rendeva conto del periodo unico, per certi versi anche tragico, che stava vivendo il nostro Paese. Un’ opera letteraria di grande pregio. Bravissima! Un abbraccio e un saluto.
P.S. A breve inizierà la lettura anche mia moglie!
Gabriele M.


Il suo libro è bello, di valore, interessante per i ricordi della storia degli anni ’68/75 che i giovani non conoscono, valida la struttura narrativa, la caratterizzazione dei personaggi, stile perfetto. Molto molto brava, complimenti.
Tiziana Viganò (Scrittrice ed Editor)


Cara Carla, ti scrivo con deplorevole ritardo, ma fino all’altro giorno non sono riuscito a concentrarmi sul tuo (bel)libro. Dunque complimenti, innanzi tutto. E’ una storia forte, ben scritta, dove la partecipazione intima dell’autore non perde mai di vista le buone regole del romanzo. Il ritorno agli anni di Pisa, il ’68, la vicenda in fondo generazionale diventa narrazione quasi storica, pur nella cornice della passione. E l’incipit è proprio bello, con quel “Anche quell’inizio d’estate non lasciava niente al caso.” Io avrei sfrondato qua e là, asciugato e tagliuzzato, ma per banali motivi di resa “commerciale”. Ed è l’unica osservazione che ti posso fare.
Per il resto, bravissima.
Un caro saluto
Mario
Mario Baudino (Giornalista e Scrittore)


Ho letto Acuto e l’ho trovato un gran bel libro. Tu scrivi molto bene, Carla, e anche la storia è insolita. Sono soddifatta. Ho solo rimpianto che non fosse più lunga l’ultima parte, che aveva spunti interessanti. Mi spiace averlo già finito. Un abbraccio
Maria Luisa Minarelli (Scrittrice)


«Mi piace il tuo stile narrativo, la capacità di raccontare caratteri e sentimenti. E anche di dare, alle vicende narrate, uno sfondo storico e di costume attendibilissimo. I personaggi sono interessanti e la vicenda di Elisa coinvolge parecchio… Il giudizio è ultrapositivo. Sei forte. Il romanzo regge sia come impianto che come stile. Ottimo anche il finale.»
Claudio Montesano (Giornalista)


La lettura di “Acuto” mi ha dato il piacere di viaggiare indietro nel tempo e “in-dentro” nell’animo per ritrovare pensieri ed emozioni che aiutano ad aprirsi alla vita.
Angelo U.


Con Acuto, il suo primo romanzo Carla Magnani, ci porta a ricordare per poi riflettere su quella fatale promessa d’amore che un uomo e una donna si scambiano, e cambiano per sempre le loro vite. Una promessa che potrà anche essere tradita, disattesa dimenticata, ma non potrà non lasciare nell’animo di lui o di lei un ricordo indelebile, fatto di nostalgia, rimpianto magari odio. (Odio e amo diceva Catullo). Poche cose come l’amore hanno segnato la storia del mondo, l’autrice pone all’attenzione dei suoi lettori la rivoluzione degli anni settanta, in cui oltre a trasformazioni sociali, cambiò anche il modo di vivere l’amore. Un romanzo per capire per non dimenticare che tutti siamo esposti a questo sentimento, perché come diceva Sthendal (uno che se ne intendeva), basta una piccolissima dose di speranza per provocare la nascita dell’amore. Questo libro è una dichiarazione d’amore, e poi come in una scatola magica ti accorgi che contiene anche un libro sull’amore nelle sue mille sfumature, l’amore che non conosce età, paese, tempo, ragione sesso. Che sceglie e basta. Una storia romantica, imprevista e nostalgica, una storia nella Storia, come se l’autrice avesse deciso di raccontare la sua.
Claudio Ardigò ( Poeta e critico letterario)


Carissima Carla,
intanto un enorme grazie per le emozioni che mi hai fatto provare, anzi rivivere, leggendo la tua opera prima ACUTO, che mi sono procurato l’altro ieri a Padova, al termine della presentazione (a proposito: complimenti a tutt’e due, era molto accattivante).
Gli ultimi capitoli mi hanno mosso alle lacrime.
La mia impressione è ovviamente “di parte”, come ho avuto già modo di comunicarti, in quanto i luoghi della vicenda fanno parte del mio vissuto di studente universitario, dal ’73 al ’79.
Ho conosciuto un po’ Marco, Elisa, Alberto, Ester, Roberto in vari momenti della mia vita.
Ti devo però confidare che anche il mio presente sperimenta analogie importanti con il racconto del libro.
La narrazione fluisce senza intoppi, forse qualche esitazione l’ho avuta al rientro da alcuni flashback, non riuscivo a capire se stavo ancora nel passato o nel presente.
E forse la descrizione dei disordini dell’eversione mal si concilia con l’atmosfera magica che pervade la maggior parte del libro, non che non fosse necessario rappresentarla, ma mi riferisco al troppo repentino cambiamento di stile tra il filone sentimentale/spirituale e quello politico.
Per il resto è un romanzo riuscito: testimonia il fatto che l’ho letto in due soli giorni (per me è un’impresa).
Credo che lo regalerò ad una mia carissima amica (persona fortunata e intelligente come hai scritto tu stessa, profetessa) che sono certo l’apprezzerà come l’ho apprezzato io.
Per questo ti ringrazio infinitamente e ringrazio infinitamente quella potenza cosmica che ci ha fatto incontrare, non per caso, sotto l’ombrello ospitale del “Caffè letterario di Cristina Zavloschi”.
Buon cammino!
Enrico
Enrico P.


“Acuto” è stato mio compagno di viaggio in treno da Napoli a Milano. L’ho letto senza interruzioni e mi piaciuta la storia e la correttezza con la quale è scritto. Ho rivissuto quegli anni emozionandomi e l’ho consigliato alle colleghe. Grazie e aspetto impaziente il prossimo romanzo.
Lucia M.


Ciao Carla, ho letto ‘Acuto’, un ottimo libro, credimi. Pavese scriveva: uno scrittore parla sempre di sé, se è bravo parla anche di te. È questa l’impressione che ho avuto nel leggere il tuo libro. Il tema del ricordo, è spesso presente nelle mie poesie, come amo l’emozione degli amori non vissuti. Ti ricordo che ho fatto Scienze Politiche e il giorno che hanno sequestrato Aldo Moro ero in università e certe sensazioni le ho rivissute nel tuo libro.
Claudio Ardigò (Critico letterario – Poeta)


Cara Carla,
ho letto il tuo Acuto e sono felice di dirti che mi hai tenuto buona compagnia. Una scrittura molto pulita, mi è piaciuta la storia, una lettura di quegli anni settanta che hanno cambiato tutto. L’ho trovato di una straordinaria lucidità espressiva e il lettore entra senza difficoltà nella storia, con curiosità anche perché tiene una certa tensione per tutto il libro.
La tua scrittura è essenziale, così la lettura scorre piacevole e senza difficoltà; a volte un’esagerata iperbole sintattica o lessicale può risultare magari accattivante e originale, ma poi inevitabilmente stanca nella rincorsa degli effetti e della forma piuttosto che delle storia. In altre parole usi, come mi aspettavo tra l’altro da un’insegnante abituata a trasmettere con chiarezza, la lingua nel suo registro medio come l’ha definito il Berruto alla metà degli anni Ottanta, non più ingabbiato nella sua connotazione scritta e generalmente “alta” e più simile a quello parlato, senza per questo ricorrere all’uso improprio di gergalità e tecnicismi. Insomma, il passo contemporaneo della buona letteratura.
La storia è molto bella, ripercorre un momento storico in cui l’Italia s’è ri-fatta, con fatica, con impegno, col sangue e con gli ideali. Mi è piaciuta le leggerezza con cui hai attraversato le speranze, le lotte, i dolori, i rimpianti quasi che i tuoi protagonisti, caratterialmente diversi, avessero un unico fil rouge, quello dell’inevitabilità del fato. E tutti hanno accettato alla fine il destino, non vittime ma complici. Questa la loro forza, una serenità che solo la consapevolezza dell’accettazione e della condivisione può dare.
Elisa, la meno trasgressiva di tutti, il lettore la percepisce come pavida a volte, un po’ antipatica anche nella sua incapacità di soluzione, nel suo tremore davanti ai tempi che cambiano. Eppure è in lei che tutto torna, ed è da lei che la sicurezza parte e si spande ovunque alla fine, è lei quella forte, solo che doveva superare la paura di volare, metafora naturale del vivere sapendo di poter cadere. Ma non volare è peggio, è non vivere.
Grazie davvero dal cuore per aver scritto questo bel libro.
Carla Menaldo (Scrittrice – Giornalista)


Elisa, protagonista della vicenda, è una donna la cui famiglia appartiene alla buona borghesia, quella dei benestanti, di coloro non sottoposti a particolari durezze e asperità della vita e che di essa possono assaporare le piacevolezze. Quella di Elisa si direbbe un’esistenza tranquilla, bella anche se “nutrita di perfetto immobilismo”
(Continua a leggere) Giovanna Giraudi SoloLibri.net


Scritto su due registri temporali che si fronteggiano l’uno con l’altro, Acuto è un romanzo intenso, dove passato e presente si alternano, dove i ricordi lasciano il posto a un contemporaneo diverso da come lo si avrebbe voluto vivere. Elisa è una donna sposata, con due figli oramai grandi, con dei nipoti, e un marito…
Blog La biblioteca del libraio


Complimenti! Il libro è una piacevolissima lettura!!!
Emanuela C.


Non sono una grande lettrice, ma “Acuto” mi è piaciuto moltissimo. Ne ho apprezzato lo stile e la lievità della storia.
Paola C.


Durante le feste ho letto il tuo libro. E’ un affresco universale e nello stesso tempo intimo di un tempo che conosco bene, raccontato con grazia. Ma due cose, devo dirtelo, mi hanno colpita personalmente: Emanuela (nome non comunissimo, amo i nomi che iniziano per E: mia nonna era Ersilia e mio marito Enrico, mi piace scrivere la E corsiva maiuscola, quasi una chiave di violino) e l’insegnamento di Storia della Musica (non comune nemmeno questo) dato che entrambe le cose mi riguardano.
Ti ringrazio per aver condiviso con me le tue parole e ti auguro ogni bene. Con affetto.
Emanuela Ersilia Abbadessa (Scrittrice)


Finalmente mi sono deciso a mandarti quelle “due righe” che mi avevi chiesto sul tuo “Acuto”.
In realtà, oltre ad una certa pigrizia, il vero problema era che non riuscivo a leggerlo!
Mi spiego meglio: quando, a scuola finita e a mente libera, l’ho preso in mano, non riuscivo ad andare avanti: sembrava la solita storia romanzata sui conflitti generazionali e sugli amori vissuti solo nella mente.
L’ho messo da parte (e mi sono sentito tremendamente in colpa quando tu mi hai chiesto un parere scritto.).
Finalmente, nel cominciare le vacanze di Natale, ho deciso di rileggerlo e …. è stato un “Acuto”!.
Mi piace; ci sono tanti piccoli motivi che mi portano a dire di aver letto un bel libro! Complimenti.

Alcune riflessioni in ordine sparso.

Il linguaggio e la forma
Pur usando un linguaggio ricco e forbito, anche con termini talvolta piuttosto ricercati, non scadi mai in un linguaggio di elite, riservato solo a pochi; è sempre facilmente comprensibile da tutti.
La forma è molto scorrevole ed accattivante; il lettore viene condotto con molta linearità e facilità anche nei passaggi da un momento storico all’altro.

Le descrizioni.
È ricco di descrizioni di ambienti (interni ed esterni); sono descrizioni brevi, essenziali, efficaci, accompagnate sempre dalle emozioni che quel luogo (od oggetto) richiama ai personaggi … ed ai lettori.
Anche le descrizioni delle persone che animano il libro rendono bene l’idea: alcuni personaggi mi sembra proprio di poterli vedere.

La politica e le persone
Come per le descrizioni, la presentazione che fai di tutte le iniziative e dei fatti politici è ricca di emozioni: più che il fatti storici (alcuni presentati molto bene anche dal punto di vista storiografico) al lettore passano le emozioni e le sensazioni delle persone che ne sono protagoniste.
In molti casi non è difficile immedesimarsi con alcuni dei personaggi ed emozionarsi “con” loro.
Da sempre, e soprattutto da quando insegno, mi piace pensare che, il più delle volte, nelle diverse vicende storiche, non ci sia un “giusto” ed uno “sbagliato”, o meglio: sui “grandi manovratori” ho le idee ben chiare, diverso è per la gente, per il popolo che li segue mettendo in gioco la propria vita.
Di solito, ai bambini parlo di “Persone nonostante la guerra”.
Nel tuo libro si vede bene: i grandi ideali venuti dal popolo, sono passati poi nelle mani di pochi potenti che ne hanno travisato le origini ed il significato.
Eppure loro, Ester, Marco e tutti i ragazzi del ’68, sono rimasti tali e quali: persone; obbligate a fare i conti con la realtà, a rivedere le loro posizioni, ad accantonare l’azione senza mai abbandonare l’ideale.

La vicenda familiare
Nei racconti delle vicende familiari di Elisa è molto facile immedesimarsi.
Chi di noi non ha avuto una sorella con la quale non va per niente d’accordo ma che sente di amare fortemente?
Chi di noi non ha avuto screzi (più o meno forti) con i genitori?
Chi di noi non ha sofferto di una profonda e tanto più immotivata gelosia nei confronti di un fratello?
Chi di noi non ha assunto il ruolo della “crocerossina” per consolare i genitori delusi dal comportamento e dalle scelte degli altri figli?
Chi di noi non ha creduto giusto vivere una piatta vita di coppia pur di garantire un futuro sereno ai propri familiari?
Tutti questi elementi appaiono nel tuo libro: il lettore ha solo da decidere in quale personaggio/situazione preferisce identificarsi.

L’amore
È un argomento rispetto al quale non mi sento molto titolato, ma, … mi piace pensare che, prima o poi, a volte alla fine, l’amore vince sempre!
L’amore vero, quello che va oltre tutto, quello che va anche oltre la passione fisica ed il contatto diretto, quello che resta anche dopo la morte.

Brava! e … Grazie !

La morte
Ecco: la morte.
Parli della sofferenza e della morte di Marco con tanta calma e dolcezza che, … sembra che nemmeno muoia.
I giorni del soggiorno americano di Elisa sono ricchi di tante e forti emozioni, ma non c’è mai disperazione e strazio.
I piccoli momenti di dolore vengono subito coperti dall’amore, dalla dolcezza, dalla consapevolezza che diventa, in poche righe, serenità.
Mi piace questa immagine della morte: un saluto fra persone che si amano; un saluto pur faticoso e triste, ma senza
diventare disperazione e, soprattutto, falsità.
Grazie anche di questa immagine.

A questo riguardo, mi rimane solo un dubbio, ma ti prego di NON chiarirmelo: non ho capito (o meglio: preferisco non capire) se veramente, nell’ultima pagina, scegli che Elisa non riemerga più dall’acqua. ….
Grazie, Carla! Hai scritto un bel libro. Aspetto il prossimo.
Michele R.


Ho letto “Acuto” tutto d’un fiato. Ho più o meno la tua età e mi sono immersa in un passato che ho vissuto anch’io da studente. E’ un racconto bellissimo, complimenti!
Lucia M.


Ho finito di leggere il libro. Bella storia, purtroppo amara….e corta. Ci sono tante cose belle e profonde e le hai toccate tutte, un film da raccontare sarebbe interessante.
Rosalba L. F.


Bellissimo “Acuto” scritto in perfetto italiano e con la storia del ’68 che fa da sfondo alla storia dove una donna riesce ad uscire da una “prigione” che si era imposta a causa delle idee di quei tempi. Ho fatto il tifo perché i cancelli si aprissero e lei volasse libera di vivere il suo futuro.
Grazie di cuore, Carla.
Anna U.


Ho letto “Acuto” e l’ho trovato piacevole e ben scritto.
Elisa T.


Salve Carla, sto leggendo “Acuto”, è molto bello, si legge benissimo ed è veramente interessante.
Anna U.


Lo scorso fine settimana ho letto tutto d’un fiato il suo libro. Ben scritto e bell’intreccio!
Stefania C.


Ho finito il libro, mi è piaciuto molto, è davvero ben scritto e coinvolgente!
Giulia D. M.


“Da leggere assolutamente, troppo bello. Complimenti”.
P. R. R.


“Un romanzo che scorre veloce come la vita di tutti noi e che arriva diritto al cuore”.
Daniela M.


Bellissimo… Coinvolgente… Ho rallentato la lettura delle ultime pagine perché facevo fatica a pensare di dover mettere fine a questa storia… Davvero emozionante… Complimenti Carla…
Sonia F.


“’Acuto’ mi è piaciuto tantissimo”.
Maria Rosa C. P.


“Libro molto bello”.
Gaia R.


Devo dire che mi piace molto…..e sto prendendo scuse per non terminarlo. ..ma tra poco dovrò …sigh !! URGE il prossimo romanzo !!! Scherzi a parte, è una lettura piacevole, emoziona e invoglia al finale …mi piacerebbe vedere la storia “tradotta” in film !!
Doriana P.


Mi sono rimaste 40 pagine… Posso solo dire per ora: bellissimo e toccante. Complimenti!
Blog Spirto guerrier ch’entro mi rugge

L’ho finito e mi è piaciuto. L’ho trovato coinvolgente, malinconico, nostalgico, romantico e sociale.
Laura D.


Complimenti per Acuto, che sto leggendo “magno cum gaudio”.
Carlotta M.


Complimenti. Acuto è proprio un libro stupendo.
Laura L.


Complimenti, ho letto il libro e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Aspetto il prossimo.
P.R.R.


“Non so da quanti anni non mi capitava di stare sotto un ulivo e leggere un libro… grazie Carla Magnani. Sono tornato indietro con la mente “quasi” come Elisa.
Gerardo G.


Hai capito Elisa… che alla fine è stata la più ribelle di tutti. Complimenti Carla, una bella storia raccontata con grazia, nonostante gli eventi tumultuosi (del cuore e della storia).
Angela G.


Buongiorno, non so se si ricorda di me, sono la sorella di R. Z. Ho appena terminato di leggere il suo incredibile libro. Le parole, le frasi mi hanno completamente travolta. Un libro che fa riflettere su tutto, in grado persino di farmi percepire le emozioni di Elisa. Un libro davvero positivo ed eccezionale. Le faccio i miei più sentiti complimenti.
S. Z.


Eludere. Evitare. E potrei andare avanti ancora per molto. Perchè per descrivere questo romanzo le parole giuste sono queste. Schivare. La vita della protagonista di Acuto, romanzo di esordio di Carla Magnani, è caratterizzata proprio da questo sottrarsi, dallo scansare tutto ciò che è dolore, ciò che è sofferenza…
Vanessa T. – Blog mangiapagine


Romanzo bellissimo che mi ha rapito nella lettura. C’è armonia tra suspense e una prosa concitata ma serena, meditata, raffinata. Fino all’ultimo si è addentrati nelle vicende della protagonista che in certe situazioni mi ha stupito per le sue scelte e fatto arrabbiare, poi l’ho capita contestualizzando il periodo storico – sociale. I personaggi sono cresciuti ed Ester, per me molto affascinante, seppur apparentemente sembra quella più felice perchè libera, invece, è colei che ha sofferto molto. E’ un personaggio positivo, bello. E’ descritto molto bene il contesto storico relativo ai movimenti studenteschi tanto da coinvolgere il lettore ancora di più. Marco è una pioggia di brividi e non anticipo nulla. Consiglio a tutti la lettura.
Cristian De Santo


“Voglio assolutamente condividere con voi una piacevole scoperta: il libro “Acuto” di Carla Magnani. Leggere questo romanzo è un po’ come mettersi a sfogliare l’album fotografico di un caro amico, i pezzi si mettono insieme poco alla volta e il passato aiuta a completare e a comprendere il presente…”
Flavia M. – Blog fioridiciliegiolove


“Ciao Carla! In due sere e una notte (la scorsa) ho letto il tuo libro! Per il momento ti faccio le mie più vive congratulazioni. Quando ci vedremo scenderò nei dettagli. Mi è piaciuto molto. Oltre alla coinvolgente vicenda personale della protagonista, ho apprezzato la narrazione della società di quegli anni, del tutto pregnante. Ne parleremo. Tu scrivi, scrivi, scrivi…”.
Paolo V.


“ACUTO è una storia ben scritta, il libro focalizza l’attenzione sugli eventi pubblici e privati dei personaggi tra il 1968 e il 1972 in Toscana e sul modo in cui quel periodo è stato vissuto dalla protagonista e dai suoi comprimari. Nel presente Elisa deve fare i conti con il proprio passato e rendersi conto che se avesse osato di più la sua vita sarebbe diversa.
Molto bello e scorrevole”.
Viviana Filippini (Scrittrice – Giornalista)


“Carla lo sto leggendo lentamente per farlo durare più a lungo…veramente bello”.
Silvia M.

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